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Crollo vendite auto in Europa -40%. Punta dell’iceberg della crisi dei chip

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Salvatore Dimaggio

Un autentico tonfo quest’anno per l’automotive europeo che segna un clamoroso -40% nella vendita veicoli.

Ecco i numeri impressionanti dei tagli alle vendite di questo comparto strategico. Ma guai a pensare che il problema sia soltanto europeo. La sempre rampante Cina quest’anno ha messo a segno un -37% di auto vendute. Alla base di tutto c’è la crisi della supply chain e in particolare la crisi dei microchip. La crisi dei microchip è un fenomeno molto insidioso e gli esperti sostengono che sia molto più profonda e duratura di quello che si pensasse all’inizio. Secondo le stime attuali, la crisi del dei microchip dovrebbe durare fino al 2023. Un problema assai serio per lo strategico mercato dell’automobile, ma non solo. I microchip sono una vera e propria materia prima fondamentale per tantissimi comparti e una penuria così forte e così prolungata può colpire duramente la ripresa economica.

Un problema sistemico

Anche il comparto dell’elettronica ovviamente patisce questa penuria, tanto è vero che numerose aziende hi tech hanno dovuto tagliare la produzione dei loro dispositivi. Il problema della crisi dei microchip è che è una crisi sistemica. Si irradia infatti su tanti comparti e rende più difficile quella produzione già messa in difficoltà dalla forte fiammata inflazionistica. Ciò che più colpisce di questa crisi è che ha fatto emergere l’importanza strategica dei microchip. Infatti oggi in molti Paesi si comincia a parlare di avere una catena di approvvigionamento di microchip come se fosse un’autentica risorsa strategica fondamentale nel tema della sicurezza nazionale.

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È l’inevitabile riflesso di un mondo sempre più tecnologico e che conseguentemente ha sempre più bisogno di questa materia prima.

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Ma secondo alcuni esperti è anche la crescita del settore delle criptovalute ad alimentare questa vera e propria fame di microchip.

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