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Se perdi la causa e l’avvocato non ti aveva spiegato i rischi, ti deve risarcire

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Salvatore Dimaggio

Una nuova sentenza della Cassazione va ad incidere molto profondamente nel rapporto molto delicato tra avvocato e cliente.

Quando ci si rivolge ad un avvocato lo si fa sempre per una questione spinosa e problematica. L’avvocato non è soltanto colui il quale ci accompagna nella causa, ma deve essere anche un consigliere. È chiaro che all’avvocato conviene fare causa perché presumibilmente guadagnerà di più, ma se la causa ha scarse probabilità di riuscita, o magari proprio nessuna, sta a lui dissuaderci. Questo non è un semplice principio etico, ma diventa un vero e proprio dovere giuridico grazie a un’innovativa sentenza della Corte di Cassazione. Se l’avvocato non ci ha debitamente prospettato i rischi ai quali andiamo incontro con una causa delle scarse probabilità di riuscita, sarà tenuto poi al risarcimento in caso di sconfitta. Dunque è vero che in definitiva sta il cliente a scegliere se fare causa o meno e di conseguenza sarà lui a prendersi tutte le conseguenze del caso. Ma l’avvocato deve prospettare in modo chiaro le oggettive probabilità di riuscita di una causa.

Ecco come farsi risarcire

Spesso chi va dall’avvocato è convinto di avere ragione e magari ci va anche con un carico emotivo molto forte in merito ad una vicenda. Ma sta all’avvocato cercare di dissuaderlo se le probabilità di riuscita sono scarse. Questa sentenza assai innovativa consentirà a tanti clienti che si sono imbarcati in cause fallimentari, di poter chiedere indietro i soldi ai propri avvocati qualora questi non siano stati onesti e leali nel definire chiaramente le reali probabilità di successo del giudizio. Tutto ciò è contenuto nell’ordinanza n. 34993 della Sesta Sezione civile del 17 Novembre 2021.

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Uno strumento in più a tutela di chi ha intrapreso una causa poco utile ai suoi interessi.

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Ma anche uno sprone ai legali ad essere più chiari ed onesti.

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