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Panico criptovalute: crollano e non difendono da inflazione

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Salvatore Dimaggio

Per le criptovalute è arrivato un momento veramente critico.

Le debolezze e le continue flessioni che hanno caratterizzato queste ultime settimane non accennano a diminuire. Tutto il comparto delle criptovalute ha volatilizzato oltre il 20% del suo valore mondiale ed il Bitcoin rimane stabilmente sotto i $50.000. Ma tutto questo non sarebbe il vero problema. Il vero problema è che questa marcata debolezza si è manifestata in concomitanza con i vari problemi che hanno colpito le borse mondiali a partire dalla variante Omicron. E qui sta lo scandalo: se quando arriva la variante Omicron le borse entrano in paura il Bitcoin che viene da tempo spacciato per un bene di rifugio dovrebbe immediatamente salire. Invece Bitcoin e tutte le altre criptovalute sono scese esattamente come le borse, ma molto più delle borse. E questo dimostra che non sono un bene di rifugio. Il bene di rifugio nei momenti di panico e di allarme cresce di valore semplicemente perché gli investitori vi si rifugiano.

Non è un bene di rifugio

Ma se quando le borse sono deboli, il Bitcoin è ancora più debole, quello del bene di rifugio non è nient’altro che un mito. Idem per l’inflazione: in questo periodo l’inflazione sta alzando la testa in tutto il mondo. Anche questo avrebbe dovuto essere un buon presupposto per un rialzo a protezione dei risparmi. Ma nulla di tutto questo è avvenuto. Qualcosa di simile ara avvenuto in occasione dello scandalo Evergrande. Anche in quel caso gli storni borsistici, hanno fatto il paio con storni ancora più forti delle criptovalute. Ecco perché oggi molti cominciano a farsi delle grosse domande in merito alle crypto. Oltre al crollo, è proprio tutto il mito della riserva di valore che viene meno.

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Oggi suona stonata la clamorosa dichiarazione fatta da Goldman Sachs che vi riportiamo all’articolo qui sopra.

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Insomma una delusione cocente per il mercato delle crypto.

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