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Pioggia di lettere dal Fisco. Ecco quale anno viene passato al setaccio

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Salvatore Dimaggio

Una impressionante mole di comunicazioni fiscali sta raggiungendo gli italiani.

Non poco apprensione stanno suscitando le tante lettere che i contribuenti stanno ricevendo. Vediamo di che si tratta. Il fisco ha bisogno di fare cassa e procederà in tutti i modi. Gli anni di tregua a causa covid sono terminati ed ora l’agenzia delle entrate lavora a pieno regime per passare ai raggi x quanto dichiarato dagli italiani. La macchina del fisco sta utilizzando il meccanismo denominato compliance. Si tratta di avvisi bonari a verificare la propria dichiarazione dei redditi di un anno in particolare. A questo punto i tanti italiani che ricevono queste comunicazioni hanno due vie. La cosa più semplice è aderire alla compliance e correggere la dichiarazione dei redditi pagando quello che il fisco chiede.

Le multe e l’anno nel mirino

Se si seguirà ciò che il fisco richiede si potrà utilizzare il ravvedimento operoso che è una via che consente un esborso molto basso al contribuente. L’anno nel mirino del fisco attualmente è il 2017. Dunque la macchina fiscale sta esaminando tutte le dichiarazioni dei redditi di questa annata per covare ogni irregolarità. Tuttavia se il contribuente ritiene che la sua dichiarazione dei redditi sia corretta, potrà ribattere al fisco facendo valere le sue ragioni. Ma l’amministrazione fiscale ha poteri sempre più penetranti per scovare gli evasori. Innanzitutto c’è una sempre maggiore integrazione delle banche dati e questo rende molto più semplice per il fisco individuare cosa non quadra nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti. Ma addirittura si vuole importare in italia un meccanismo che in Francia e già realtà e che consente all’erario di usare i post sui social come elementi di prova.

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Dunque se ciò che postiamo sui social non sembrerà in linea con ciò che comunichiamo nella dichiarazione dei redditi ciò potrà essere usato contro di noi.

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Insomma un fisco molto meno passivo in questo 2022.

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