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Rottamazione e saldo e stralcio: la libertà, i nuovi termini rimettono in pista

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Salvatore Dimaggio

Troppi italiani sono nei guai con il Fisco e hanno arretrati difficili da colmare con l’erario.

Ecco perché rottamazione e saldo e stralcio tornano al centro del dibattito. La situazione economica italiana è estremamente fragile. La pandemia di covid ha ampliato a dismisura il divario tra ricchi e poveri. Sono cresciute tanto quelle persone e quelle imprese che sono troppo in affanno nei confronti delle scadenze fiscali. Rottamazione ter e saldo e stralcio erano state un’autentica boccata d’ossigeno per queste persone, ma adesso che queste due misure sono tramontate veramente, troppi rischiano di finire nei guai. È l’Associazione Nazionale dei Commercialisti a lanciare l’allarme: ogni giorno nuove saracinesche si abbassano per sempre. Un fisco cieco nei confronti di soggetti che non ce la fanno più a stare dietro alle incombenze fiscali è un fisco distruttivo per l’economia del paese. Infatti in Parlamento esponenti di quasi tutte le forze politiche stanno trattando per un ritorno di rottamazione e saldo e stralcio. Il lavoro in questo senso è davvero trasversale perché esponenti di praticamente tutti i partiti politici stanno chiedendo a gran voce una via per far tornare questi strumenti.

Vediamo tempi e modi

Molto gettonata è l’idea di una rottamazione quater, ma molti partiti preferirebbero un meccanismo di proroghe per quanto riguarda saldo e stralcio. Con l’arrivo dell’alta inflazione poi tante famiglie ed imprese sono finite realmente nei guai e pensare di accanirsi contro di esse risulta assurdo e controproducente. In questi ultimi giorni molti esponenti politici hanno sostenuto che una nuova tregua col fisco potrebbe arrivare in tempi brevi ed è davvero importante che i nuovi termini vengano approvati e resi noti al più presto.

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Altrettanto importante risulta l’arrivo dall’UE di un reddito di base universale che possa sostenere proprio le persone che si trovano in queste condizioni di estrema fragilità.

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Molti osservatori politici si dicono ottimisti per una convergenza in tempi ragionevoli.

 

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