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Superbonus: “ora basta” troppi documenti da presentare a Poste Italiane

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Salvatore Dimaggio

La riapertura della piattaforma di Poste Italiane sulla cessione dei crediti è stata l’ennesima doccia fredda sui bonus.

In realtà è proprio Poste Italiane a mettere in guardia la sua utenza: i documenti da presentare questa volta per la cessione dei crediti saranno tanti e gli utenti sono invitati a valutare prima se vogliono sopportare i costi e i tempi tecnici necessari per l’attesa prima che Poste Italiane dia il suo parere favorevole o contrario all’accettazione della cessione del credito.

Sì perché ormai bisogna capire che i crediti derivanti dal bonus casa scottano e non sono più considerati quei soldi facili che erano fino a un po’ di tempo fa. Non per niente ben 4,4 miliardi di frodi sono venute fuori con il bonus casa e quindi non c’è da stupirsi se oggi Poste Italiane prima di accettare la cessione dei crediti voglia avere una montagna di documenti ma anche il tempo necessario per esaminarli.

Tracciabilità

Vediamo cosa sta succedendo e cosa chiede Poste Italiane. Il governo aveva operato una stretta durissima sulla cessione dei crediti arrivando addirittura a consentirne solo una. Dopo le proteste del mondo politico e del mondo dell’edilizia, l’esecutivo ha cambiato rotta ed ha varato la nuova normativa. Ma gli esperti del mondo dell’edilizia sottolineano come la nuova normativa in realtà sia dura e dissuasiva. La cessione del credito potrà avvenire soltanto per tre volte e dopo la prima cessione le altre dovranno essere tra istituti inseriti in un’apposita lista.

Tanti documenti e controlli

Ma anche a carico degli istituti che accettano la cessione si annunciano controlli severissimi e proprio in questo senso non può stupire tutta la mole di documenti chiesta da Poste Italiane. Cartina di tornasole della durezza della nuova normativa sono proprio le pene imposte ai tecnici che fanno l’asseverazione dei costi. Parliamo addirittura di multe che vanno dai 50.000 ai €100.000 e di una detenzione che può andare dai 2 anni ai 5 anni. Inoltre un codice identificativo dovrà sempre accompagnare il credito proprio per evitare che possa essere spezzettato e reso poco identificabile.

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Insomma le parole d’ordine sono controlli e tracciabilità. Controlli che a questo punto spettano a (anche) Poste Italiane che accetta il credito e che deve evitare di essere invischiata in frodi da parte di quale furbetto. Per quanto riguarda la tracciabilità questa è l’arma del Fisco per evitare il credito finisca in una massa indistinta tossica ed occulta.

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