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Dai camionisti ai rider, l’Italia è un orologio con le lancette ferme

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Salvatore Dimaggio

Il dramma dei Rider: “col caro benzina non possiamo lavorare”. Sono le tristi storie di un’Italia povera, piena di disuguaglianze e completamente priva di un sostegno a chi è più fragile.

E’ la pagina Romana di Repubblica a raccogliere la disperazione dei Rider della capitale che riflette poi quella della categoria in tutta Italia. Ragazzi giovani precari che corrono su moto spesso malmesse dalla mattina alla sera per guadagnare letteralmente un tozzo di pane che nelle grandi città non basta neppure a pagare l’affitto.

Margini miserabili per un lavoro massacrante ed indegno di un paese civile. Ma adesso ci si mette anche la benzina a divorarsi quel poco di margine con il quale riuscivano ad andare avanti. La disperazione dei Rider fa il paio con quella degli autotrasportatori che ormai in Sardegna hanno deciso di fermarsi e di lasciare l’isola in balia di un pericoloso blocco merci.

Un Paese fermo soprattutto socialmente

Il nostro Paese dopo pandemia, inflazione, guerra e calamità assortite si è riscoperto fragilissimo e praticamente tutti gli italiani, dai ristoratori ai camionisti, agli impiegati, hanno capito che basta un attimo per ritrovarsi in condizione di povertà. Nel nostro mondo che non garantisce nulla, sempre più persone chiedono on-line il reddito di base universale all’Unione Europea firmando l’apposito modulo disponibile su internet.

Un dramma sempre più globale

Perché il lavoro è sempre meno pagato sempre più incerto e sempre più dolorosamente appeso ad un tenue filo. Forse qualche bonus riuscirà a sanare questa situazione? La risposta è no, neanche per sogno. Perché la Banca Centrale Europea ieri ha tenuto i tassi a zero e questo vuol dire che la benzina letteralmente esploderà di prezzo. E poi tanto domani arriveranno i camion a guida autonoma e i droni a trasportare la merce alla gente e quindi questi lavoratori finiranno comunque sia per la strada.

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Mentre Elon Musk continuerà ad apparire in video motivazionali sui social network, mentre spiega come la sua tecnologia della guida autonoma ha bruciato il lavoro di milioni di padri e madri di famiglia.  Ecco perché sono sempre di più gli economisti che chiedono a gran voce un reddito di base universale perché la vita che conduce la maggior parte delle persone ormai letteralmente non è più vita.

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