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Borse: due settimane di rialzi, livelli pre guerra, ma soldi in banca a rischio

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Salvatore Dimaggio

Se dovessimo guardare solo le borse la situazione sembrerebbe davvero idilliaca. L’invasione in Russia aveva inferto un duro colpo alle borse di tutto il mondo e questo è assolutamente normale.

Ma dopo una rocambolesca caduta è arrivato il solito rimbalzo e le borse ormai sono praticamente ai livelli precedenti a quelli dell’invasione dell’Ucraina. Dunque guardando la borsa è come se non fosse successo niente ma come sappiamo la borsa è retta da regole tutte sue ed è pompata dai mostruosi stimoli delle banche centrali.

Sarebbe sbagliato guardare alla borsa per vedere lo stato di salute dell’economia mondiale, perché la borsa beneficia di un canale privilegiato per avere sempre denaro fresco e per galoppare indisturbata. Ma questo invece alle famiglie e alle imprese non capita affatto.

Borsa aiutata, ma famiglie no

Nessuno aiuta le famiglie e le imprese e perciò mentre la borsa sale a livelli sempre più stellari e completamente disancorati dalla realtà, le famiglie non ce la fanno ad andare avanti. I rincari sulle bollette e sulla benzina sono spaventosi e tanti osservatori sulla povertà dicono che a seguito della guerra troppe famiglie europee finiranno sotto la soglia di povertà.

A fare paura sono anche i risparmi in banca. Con un’inflazione pari al 10% i risparmi degli italiani si stanno erodendo ad una velocità troppo elevata. D’altra parte tanti Italiani hanno anche paura per la stessa tenuta delle banche. Allo stato attuale non si vede una vera fragilità del sistema bancario italiano, ma se la guerra dovesse durare troppo qualche timore per la tenuta delle banche forse potrebbe diventare anche legittimo.

Timori sulle banche e sulla tenuta sociale

Ma ripetiamo allo stato attuale il sistema bancario è solido. Ma quello che più spaventa gli economisti in realtà è la tenuta sociale dell’Europa. A causa dell’inflazione e dell’instabilità causata dalla guerra, troppe aziende sono a rischio fallimento e troppe famiglie sono in stato di fragilità economica troppo avanzata. In Europa si sta discutendo con sempre maggiore intensità dell’introduzione di un reddito di base universale proprio per evitare che l’attuale fragilità economica generalizzata possa esplodere in un malcontento difficilmente gestibile.

Danaro svalutato

Ma se l’introduzione del reddito di base universale dipende da come andrà il referendum che è possibile firmare on-line sul sito dell’Unione Europea la situazione per quanto riguarda i risparmi si fa sempre più critica. Un’inflazione al 10% è la più dura delle patrimoniali e tanto per gli italiani più benestanti che per quelli più poveri significa una perdita di valore fortissima. Ma è inutile negare che il divario sociale si è divaricato troppo in Europa e che nonostante la baldanza delle borse, la fragilità di troppi europei ormai costituisca un vero elemento di rischio per tutta l’unione.

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