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Licenziamento e richiesta danni a tutti i lavoratori che fanno questo

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Salvatore Dimaggio

Il mondo del lavoro oggi non risente più assolutamente delle tutele che aveva un tempo.

Una volta per gli italiani il posto fisso a tempo indeterminato era la norma mentre oggi è una chimera. Questo crea chiaramente ansia sociale e preoccupazione.

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Diventa importantissimo dunque per i lavoratori conoscere tutte le norme che possono mettere a rischio il loro posto di lavoro. Infatti alle volte anche comportamenti che si possono ritenere banali possono avere ripercussioni molto gravi sul rapporto lavorativo e si tratta di un aspetto che gli esperti della materia invitano a non sottovalutare mai.

Novità dalla Cassazione sui licenziamenti

Ma la forte precarietà lavorativa e la diffusissima disoccupazione stanno portando tanti Italiani a chiedere il reddito di base universale all’Unione europea e ciò è sicuramente anche un riflesso delle pessime condizioni lavorative del nostro paese.

Ma come si diceva c’è addirittura il licenziamento e la richiesta dei danni per un comportamento che adesso andiamo a vedere. L’articolo 2119 del Codice Civile prevede il caso del licenziamento per giusta causa. Infatti quando vi sia una causa sufficientemente grave il datore di lavoro può licenziare il suo lavoratore. Ovviamente il concetto di giusta causa è molto vago e nel tempo si è andato evolvendo anche grazie successivi interventi della Corte di Cassazione. La sentenza numero 33809 del 2021 ha dato l’opportunità alla Corte di Cassazione di chiarire un principio piuttosto duro su questo argomento.

Si può violare anche la privacy per provare il comportamento scorretto

Infatti in questa sentenza la Corte di Cassazione ha dichiarato che era giusto il licenziamento del lavoratore che avesse passato piani industriali riservati ai concorrenti del suo datore di lavoro. Fin qui questo è anche comprensibile ma il datore di lavoro per riuscire a provare questo era riuscito a penetrare nei computer privati del suo dipendente violandone la privacy. La Cassazione ha sancito che in questo caso anche la violazione della privacy può essere considerata legittima pur di procurarsi le prove di un illecito così grave.

Licenziamento più facile

Con questa sentenza della Corte, la privacy del lavoratore viene ad essere in qualche modo violabile o aggirabile quando ci siano delle giuste cause. Sicuramente una sentenza innovativa e che va a cambiare le carte in tavola per quel che riguarda la famosa giusta causa per il licenziamento. Ma in tutto ciò è rilevante sottolineare come il lavoro in italia si stia precarizzando in modo sempre più marcato ed anche per questo Caritas e Cgia di Mestre sottolineano che ci sono ben 11 milioni di italiani già in povertà o a rischio di finirci presto.

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