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Patrimoniale “di guerra”: le parole di Draghi e le proteste centrodestra

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Salvatore Dimaggio

La guerra ha un costo pesantissimo non solo in termini di vite umane ma anche dal punto di vista economico.

Per l’Italia questa guerra è stata una vera mazzata. Sono saliti i costi di tutte le materie prime già prede di una terribile spirale inflazionistica e tanti italiani scivolano sotto la fascia di povertà.

Ma desso spunta l’ipotesi di una patrimoniale straordinaria denominata contributo di solidarietà. Vediamo di che si tratta.

Contributo di solidarietà

Il momento è durissimo per tante famiglie, basti pensare che addirittura 4 milioni di utenze non riescono a pagare le bollette di luce e gas nonostante i bonus.

Mettiamoci anche che oltre metà dei veri poveri non riesce a beneficiare di reddito o pensione di cittadinanza e ci renderemo conto di come la frattura sociale sia tremenda. Proprio per questo spunta l’idea di uno strumento straordinario da usare una sola volta e che dia un po’ di respiro ai più poveri. Vediamo le reazioni della politica a questo contributo di solidarietà.

Chi chiede di contributo e come funziona

A chiedere il contributo di solidarietà è stato il segretario CGIL Landini, ma già i 5 stelle erano andati in quella direzione. Sostanzialmente si chiede un contributo dell’1% a quel 5% che ha più di 1,2 milioni di euro di patrimonio per poter aiutare le fasce più deboli. Una proposta che spacca il mondo politico, perchè mentre i 5 stelle sono favorevoli, i partiti di centro-destra dicono di no. Questa misura nasce dalla constatazione che il Governo a causa dei vincoli di bilancio non sta effettivamente riuscendo ad arginare l’allarme povertà e soprattutto l’allarme bollette e che c’è bisogno di un contributo straordinario.

Cosa dice il Governo

Riguardo questa opzione il Governo ha fatto sapere di non essere orientato verso una patrimoniale, ma condivide con sindacati e 5 stelle il desiderio di una politica più redistributiva. L’impatto di inflazione e crisi in Ucraina ha acuito troppo le differenze tra ricchi e poveri e sono proprio questi a rischiare di non farcela ad andare avanti. Le code ormai infinite alle varie Caritas italiane dimostrano l’entità di questa crisi sociale che anche il Governo riconosce. Resta da capire in che modo il Governo voglia seguire questa via più redistributiva alla quale ha accennato. Sicuramente l’emergenza non si esaurirà in breve tempo e servono risposte celeri e concrete.

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