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Rivoluzione INPS: un anno di contributi vale 18 mesi, pensione veloce e ricchissima

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Salvatore Dimaggio

Arrivano tante novità sul fronte dell’INPS e in generale sul fronte delle pensioni.

Questo non deve sorprendere perché la normativa dell’INPS è in costante evoluzione.

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Questo se da un lato rende complicato stare dietro alle tante novità create dall’istituto nazionale della previdenza sociale però è anche importante perché permette di avere delle agevolazioni che alle volte sono veramente preziose.

Un anno di contributi può valere 18 mesi: che grande vantaggio

Già oggi c’è la possibilità infatti che un anno di contributi valga 18 mesi.

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Si tratta ovviamente di una possibilità straordinaria che non solo rende la pensione più ricca ma la rende anche più facile. Prendiamo ad esempio il caso del lavoratore precoce. Il lavoratore precoce sostanzialmente ha cominciato a lavorare già nell’adolescenza. La quota 41 permette di andare in pensione con 41 anni di contributi ma bisogna aver versato 12 mesi prima dei 19 anni. Il lavoro precoce è quindi il lavoro che è cominciato già prima dei 18 anni e molto spesso si tratta anche di lavori molto logoranti e pesanti. Ma è proprio la legge Dini che ha previsto una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda il valore dei mesi e degli anni di contributi.

Ecco come funziona questa opzione importante

Per tutti coloro i quali siano integralmente nel sistema contributivo, ogni anno di contributi versato prima dei 18 anni vale ben 18 mesi. Questa norma vale solamente perché per chi rientra nel cosiddetto sistema contributivo puro. Quindi per tutti coloro che rientrano nel sistema contributivo puro è molto importante sapere che i contributi versati prima dei 18 anni valgono addirittura 18 mesi per ogni anno. Ma le attese più forti ci sono proprio per le novità pensionistiche promesse da Giorgia Meloni.

Dall’anno prossimo cambia tutto anche sul fronte dei contributi

Infatti con il nuovo governo di centrodestra le pensioni minime dovrebbero essere aumentate a mille euro. Anche se si parla sempre di queste pensioni minime a €1000 in realtà le riforme sulle pensioni del governo Meloni dovrebbero essere molto più corpose. Infatti gli esperti del mondo delle pensioni spiegano che se le riforme non saranno profonde potrebbe ritornare la legge Fornero e quindi per il governo di centrodestra sarà molto importante mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e creare un sistema pensionistico veramente umano e veramente utile ai pensionati dal 2023. Le attese sono forti anche perchè ovviamente l’importante è evitare il ritorno della legge Fornero che come sappiamo è stata solo “messa in pausa”. 

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