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Quanto guadagna sul serio un tabaccaio: tra falsi miti e realtà

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Giulia Belotti

È uno dei lavori più chiacchierati, soprattutto in merito al suo effettivo guadagno. Ecco cosa fa e quanto prende un tabaccaio in Italia

Secondo una stima del 2018, in Italia operano circa 50mila tabaccherie, numero che ad oggi potrebbe essere cresciuto dato che sono passati cinque anni. Ogni tabaccheria che opera sul suolo italiano è affidata in concessione dallo Stato ad un privato: si tratta quasi sempre di piccoli imprenditori, titolari di una ditta individuale e nel 90% dei casi le imprese sono a gestione famigliare. Ecco però quali sono i guadagni, in questo tipo di lavoro.

Quanto guadagna un tabaccaio
Quanto guadagna un tabaccaio: ecco le cifre reali (ilovetrading.it)

Per quanto il lavoro del tabaccaio venga spesso associato solo e unicamente alla vendita di sigarette, in realtà il panorama dei prodotti che commercializza è molto più ampio e comprende non solo tutta la gamma di articoli che navigano intorno al tabacco come accendini, fiammiferi o cartine, ma anche i giochi con monopolio di stato come i Gratta e Vinci, l’Enalotto, il Superenalotto e tutti i prodotti relativi alla cartoleria o all’edicola. Ecco quindi i guadagni di un tabaccaio: non l’avresti mai detto.

Tabaccaio, quanto guadagni? Tutta la verità

Per quanto, come abbiamo appena detto, il tabaccaio non venda solo e unicamente sigarette, in realtà è proprio questo il prodotto sul quale ha la percentuale maggiore di ricavo, che si attesta intorno al 10%. Per ogni pacchetto venduto, con un prezzo di vendita di circa 5 euro il guadagno è di 50 centesimi. Per quanto riguarda i giochi con monopolio di stato come i Gratta e Vinci, invece, la percentuale di guadagno scende all’8%.

Quanto guadagna un tabaccaio
Quanto guadagna un tabaccaio: ecco le cifre reali (ilovetrading.it)

Secondo i dati ISTAT calcolati annualmente, il reddito medio di una tabaccheria con un buon giro è di circa 1300 euro netti al mese. Si tratta di una mera previsione: il dato varia in base alla zona in cui si trova il negozio, nonché la quantità e la qualità dei servizi offerti, quindi anche in base all’ampiezza della platea che usufruisce dei servizi. Dal guadagno della tabaccheria, per valutarla commercialmente, va quindi escluso il pagamento dei dipendenti, l’eventuale rata del mutuo o dell’affitto, le spese per il commercialista, le utenze e tutte le tasse a cui è sottoposto il venditore.

A questo punto, moltiplicando la quota di ricavo lorda del tabaccaio sui generi di Monopolio Statale (quei 50 centesimi ogni pacchetto di sigarette venduto) per un coefficiente che varia da un minimo di 1.8 a un massimo di 2.3 si può valutare commercialmente una tabaccheria, per valutare se possa essere utile rilevarla.

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