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Alla fine l’Unione Europea ha deciso di fare causa alla Cina: il motivo

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Carmelo Giuffre

Sta per iniziare una disputa legale tra l’Ue e la Cina che sarà demandata all’Organizzazione Mondiale del Commercio, chiamato a dirigere una questione non semplice e che coinvolge tutte le società hi-tech del vecchio continente che operano in Cina. 

L’Unione Europea ha deciso di fare causa alla Cina e di portare questo nuovo contenzioso legale davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’accusa che i vertici europei hanno deciso di muovere al governo di Pechino riguarda la decisione della Cina di impedire che i diritti delle società europei sui brevetti essenziali standard siano tutelati anche nei confini nazionali. La normativa del commercio internazionale, prevede che i titolari dei brevetti tecnologici possono concederli in licenza ai produttori a patto che questo avvenga a condizioni ragionevoli e non discriminatorie. Laddove il produttore però, in questo caso la Cina, non rispetti questa regola e inizi a produrre senza licenza, a quel punto il titolare dei diritti può rivolgersi al Wto per fare causa e chiedere la dovuta compensazione economica. È questa è esattamente la strada legale scelta dalla Commissione Europea. 

L’Ue fa causa alla Cina, la decisione controversa del governo di Pechino nell’agosto del 2020

Perché la Cina ha preso una simile decisione, con il rischio ad essere di finire soccombente in una causa giudiziaria internazionale? La vicenda nasce nell’agosto del 2020, quando il governo di Pechino ha stabilito che i tribunali cinesi hanno la facoltà di poter vietare ai titolari di brevetti utilizzati nel paese, di rivolgersi a un tribunale fuori dalla Cina per risolvere la disputa. Per l’Ue, questa scelta si tramuta in una forma di pressione affinché le società tecnologiche del vecchio continente non possano avanzare pretese in Asia sui brevetti. 

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E dopo una lunga disputa diplomatica, alla fine l’Unione Europea ha deciso di agire formalmente per vie legali in quanto ritiene che questa situazione, se continua così, finirà per danneggiare le principali società hi-tech del continente, bloccando dunque il percorso di innovazione intrapreso dal vecchio continente nel settore privato.

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