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Il bancomat è l’occhio del fisco: sopra questa soglia scattano i controlli.

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Salvatore Dimaggio

Il Ministero delle Finanze ha detto con grande chiarezza che dopo l’epoca del lockdown e l’epoca dei bonus, le finanze dello Stato sono assolutamente disastrate.

Il nodo pensioni, con la fine di quota 100 ha acuito questi problemi. Infatti il Fondo Monetario Internazionale e le autorità europee ci hanno richiamato al rigore. In Italia l’evasione è altissima ed è cosa nota che il fisco deve fare di tutto per far quadrare i conti. L’azione del fisco sta andando a 360° per cercare di mappare tutte quelle attività fatte dai cittadini che possono apparire sospette. Infatti negli anni gli evasori hanno trovato numerosi escamotage per aggirare il fisco anche con l’aiuto di tecniche ormai piuttosto raffinate. Di conseguenza gli algoritmi del fisco si concentrano sul cercare di individuare quegli schemi di comportamento che possono essere indice di qualcosa di anomalo. Esiste uno strumento che per il fisco è estremamente facile da controllare ed è il bancomat. Il Bancomat è una sorta di termometro che offre al fisco un report piuttosto chiaro ed aggiornato di ciò che fa il contribuente.

Una linea sottile

È evidente dunque che la quantità di soldi che si prelevano al bancomat ma anche la frequenza di questi prelievi diventa un qualcosa da monitorare con grande attenzione da parte di chi ha il compito di mappare i comportamenti dei cittadini e scovare quelli anomali. Vediamo le novità a carico dei cittadini. Nulla è vietato al cittadino ma vi sono soglie che fanno scattare dei report automatici e che possono attivare i controlli. Più di mille euro prelevati in un giorno è una di queste soglie anomale. Lo stesso dicasi per più di 5.000 prelevati in un mese.

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Nulla di proibito, dunque ma un qualcosa che induce sei sospetti da approfondire.

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