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Sempre più studi lo confermano: l’auto elettrica crea disoccupazione

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Salvatore Dimaggio

L’auto elettrica è una delle grandi rivoluzioni del nostro tempo.

I governi fanno di tutto per incentivare i cittadini ad adottare questa tecnologia e anche il governo italiano non fa eccezione. Anzi, i bonus per aiutare i cittadini a passare all’auto elettrica vanno sistematicamente a ruba. Un’auto elettrica significa zero emissioni, ma purtroppo significa anche qualcos’altro. Sempre più studi confermano che la produzione di auto elettriche sia molto più semplice rispetto alla produzione di auto tradizionali. Anche se a noi oggi l’auto elettrica appare qualcosa di complesso, avveniristico ed avanzato, la verità è che costruirla è più semplice, di conseguenza richiede meno manodopera. La questione cruciale è tutta nel motore. Il motore elettrico è molto più semplice di quello a combustione interna e di conseguenza il numero di operai necessari per produrlo è minore. Non vi è nessun dubbio che nel tempo le auto diventeranno tutte elettriche.

Motore di disoccupazione

Questa transizione potrà durare più o meno, ma è un dato ormai acquisito. Sicuramente questo renderà le città dei luoghi molto più puliti nei quali vivere, perché l’odioso e pericolosissimo smog non ci sarà più. Ma d’altra parte questo avrà un costo enorme dal punto di vista occupazionale. In un primo tempo era emersa l’idea che la componentistica elettrica e le batterie potessero almeno in parte compensare la forza lavoro persa, ma oggi è chiarissimo che non è così. Di conseguenza, auto elettrica significa una marcata perdita di posti di lavoro. Ma sono tanti i settori nei quali la tecnologia ha come riflesso quello di richiedere meno personale e meno manodopera. Sono grandi questioni alle quali attualmente nessuno sta offrendo risposta.

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E’ piuttosto miope non porsi seriamente sin da oggi il tema della disoccupazione tecnologica e continuare a vivere nel mito che la formazione risolva magicamente tutto.

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L’auto a guida autonoma può essere l’altro grande driver di disoccupazione dei prossimi tempi.

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