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I videogiochi contro i NFT: Steam e Fortnite li bannano.

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Salvatore Dimaggio

I non fungible token stanno attirando l’attenzione di tanti Creator.

Le case di moda ad esempio hanno scoperto la tecnologia non fungible token e stanno facendo pagare a caro prezzo gli oggetti virtuali generati con questa tecnologia. Anche il mondo del fumetto li ha scoperti e ci sta guadagnando tanto. probabilmente il mondo che si sta guadagnando di più è il mondo dell’arte perché taluni non fungible token di famosi artisti sono stati venduti a prezzi davvero stellari. Anche per il mondo del videogame sembrava inizialmente che stesse nascendo la stessa affinità con i non fungible token. Infatti i non fungible token sono davvero perfetti per essere scambiati nelle piattaforme virtuali dei videogiochi. Infatti sono anche nati diversi videogiochi che consentono di guadagnare dei non fungible token giocando e che di conseguenza stimolano il giocatore a fruirne proprio tramite questa opportunità di guadagno.

Strano comportamento controcorrente

In uno scenario del genere, chiaramente non può non fare scalpore la scelta decisamente controcorrente di due pezzi da novanta del settore. Stiamo parlando di Fortnite e della piattaforma Steam. Sia Fortnite che Steam non vogliono l’utilizzo di non fungible token. Gli utenti sono molto delusi ovviamente. Questa presa di posizione appare assai strana. In pratica in Fortnite non ci saranno mai dei non fungible token e questo può essere comprensibile perché gli oggetti virtuali di Fortnite non sono realmente di proprietà degli utenti. Questo creerebbe problemi se avessero un valore intrinseco come i non fungible token.

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Ma che Steam banni i giochi che utilizzano non fungible token dalla sua piattaforma appare un po’ più misterioso.

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Ad ogni modo, dobbiamo prendere atto del fatto che non sempre il mondo del videogioco è felice di questa opportunità di guadagno

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