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Pensioni: la superinflazione renderà la Fornero obbligatoria e tanti tremano

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Salvatore Dimaggio

Il braccio di ferro sulle pensioni è diventato ormai estenuante.

Il governo Draghi ha sancito la fine di quota 100, ma allo stesso tempo ha deciso di non decidere. Infatti in questo 2022 è entrata in vigore una quota 102 che non è né carne, né pesce. Da un lato non scontenta i pensionati, ma dall’altro la sua durata di un anno la rende semplicemente un escamotage mediatico per prendere tempo in attesa della Fornero da scagliare come un maglio sui pensionati Nel 2023. I sindacati annunciano battaglia e mobilitazioni. Tridico presidente dell’INPS da parte sua propone soluzioni di mediazione, ma la verità è che i margini di manovra del governo per poter essere un po’ più umano con i prossimi pensionati si riducono in maniera drammatica. Se siamo onesti dobbiamo riconoscere che le pressioni dell’Unione Europea e delle autorità internazionali sono sempre più asfissianti nei confronti del governo italiano.

Evitare la Fornero diventa più difficile

Ma adesso un’inflazione ormai quantificata al 3,9% a dicembre 2021 dall’Istat ha messo una sorta di pietra tombale sulle alternative alla Fornero. Con un’inflazione così alta, i margini di manovra del governo si riducono. Fare cassa per lo stato diventa più necessario, ma anche più difficile e di conseguenza chiunque ci sarà al governo quando si tratterà di decidere il destino delle pensioni, dovrà probabilmente chinare il capo di fronte al fatto che le finanze pubbliche non consentono misure alternative alla Fornero. Francamente quest’epoca post covid è un disastro su tutti i fronti.

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Il peggioramento delle condizioni economiche internazionali ed un aumento robusto dell’inflazione stanno rendendo la presunta ripresa, sempre più ostica.

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Giusto fare battaglie sulle pensioni, ma ormai è probabile che le possibilità di evitarla siano assai poche.

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