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Nuova IRPEF, Bonus Renzi, detrazioni e busta paga: orientarsi nel 2022

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Salvatore Dimaggio

La riforma dell’IRPEF voluta dal Governo Draghi è stata una vera rivoluzione per il contribuente italiano.

Il governo ha assicurato un notevole risparmio per tutti gli italiani, ma le critiche non sono mancate. Se è vero che effettivamente con la riforma dell’Irpef praticamente tutti riscontrano un vantaggio in termini economici, è emerso come questo vantaggio sia proporzionale al reddito. In sostanza la riforma dei famosi nuovi 4 scaglioni fa sì che chi guadagni €10.000 all’anno abbia un vantaggio davvero minimo. Ma più si sale con gli introiti e più si guadagna. Attorno ai 40-50 mila euro, la nuova IRPEF vale oltre €1.000 in più. Molti hanno storto il naso per questa riforma che sembra proprio penalizzare chi è già più fragile. Si è discusso molto del bonus Renzi o bonus €100. Non è vero che il bonus Renzi sparisce come molti hanno sostenuto: semplicemente sarà percepito solo da quei dipendenti che abbiano redditi fino a €28.000. Per chi superi questa cifra il bonus Renzi non esisterà più. Le detrazioni previste dal nuovo modello 730 sono numerose.

Detrazioni, assegno unico e novità

L’assenza più vistosa è quella degli assegni familiari che come sappiamo saranno però compensati dall’assegno unico. Tuttavia l’assegno unico sarà erogato dall’INPS, dunque in busta paga semplicemente ci saranno meno soldi. Ma sono tante, come si diceva le detrazioni previste dal nuovo 730. Confermate le detrazioni sulla salute per tutti i membri a carico del nucleo familiare, arrivano anche detrazioni tutte nuove. Ad esempio arrivano €1000 per l’istruzione musicale dei ragazzi dai 5 ai 18 anni. E’ il cosiddetto bonus musica. Non mancano anche le vecchie conferme come il bonus per le spese veterinarie da €550. Ma è soltanto da marzo con l’arrivo effettivamente dell’assegno unico che si potranno fare calcoli più precisi.

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Una volta sommata la nuova busta paga e l’assegno unico le famiglie potranno effettivamente capire se hanno guadagnato o perso da questa complessa riforma.

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Ma il nodo irrisolto resta quello del forte ampliamento del divario tra ricchi e poveri dopo la pandemia.

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