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Confindustria e sindacati stroncano la nuova Irpef. Vediamo perchè

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Salvatore Dimaggio

Un taglio delle tasse che doveva far felici tutti e che invece sta ricevendo tante critiche.

Le parti sociali per una volta sono d’accordo: questa riforma dell’Irpef non va. Paradossalmente si potrebbe dire che l’unico aspetto positivo di questa riforma dell’Irpef è aver messo d’accordo per una volta Confindustria e sindacati che la criticano aspramente. In realtà questa riforma dell’Irpef ha molti estimatori nel cosiddetto ceto medio. Non a caso è una riforma che sostanzialmente piace ai partiti di centro-destra e che i partiti di centro-destra hanno fortemente spinto. Quindi i partiti di centro-destra sono contenti, ma come si diceva, Confindustria e sindacati proprio no. Per i sindacati questa riforma non alleggerisce in alcun modo il gravoso costo della vita per le fasce più deboli. Tra Covid inflazione e nuove povertà è diventato difficile per le fasce più povere della popolazione riuscire ad andare avanti.

Forti critiche

Dunque i sindacati lamentano un totale disinteresse nei confronti dei più fragili. Confindustria d’altra parte sottolinea come la forte necessità di alleggerire il cuneo fiscale venga completamente disattesa. Secondo molti analisti questa riforma è semplicemente il prezzo che il Governo ha dovuto pagare ai partiti di centro-destra per la loro permanenza e il proprio sostegno all’interno della vastissima maggioranza. Ma per chi è stato più duramente colpito dall’attuale congiuntura economica la riforma offre poco o nulla. Anzi, se siamo onesti i piccoli risparmi proposti sono del tutto ininfluenti rispetto alla stangata dell’inflazione.

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Insomma, una riforma che spacca il giudizio in due semplicemente perchè va a vantaggio dell’elettorato di riferimento di una parte politica.

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Ma la vera emergenza del nostro paese sono le nuove povertà che l’esecutivo continua ad ignorare.

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