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Decontribuzione 2022: arriva una busta paga più ricca

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Salvatore Dimaggio

Ritrovarsi con più soldi subito per avere un po’ di respiro in un momento difficile.

Oggi si può. Il governo non si è concentrato soltanto sulle famose aliquote IRPEF. Ma sta portando avanti anche un progetto sulla decontribuzione. È già nella legge di Bilancio 2022. Vediamo di capire di cosa si tratta. Il governo propone una decontribuzione una tantum che vale soltanto per il 2022. Un’idea per far fronte alla situazione difficile che stiamo vivendo. Incertezza economica, pandemia, inflazione ormai francamente fuori controllo. E così arriva una novità che consente di avere qualche soldo in più al dipendente pubblico o privato. È destinata i dipendenti del settore pubblico così come a quelli del settore privato. Ma ovviamente ci sono dei paletti. Qualsiasi dipendente può accedere alla decontribuzione, ma deve avere un reddito al di sotto di una determinata soglia. Cosa cambia in concreto?

Una misura una tantum per dare qualche soldo in più

E perchè si chiama decontribuzione? In concreto con questo esonero contributivo il dipendente si ritroverà in busta paga quella somma che il datore di lavoro avrebbe dovuto dare allo Stato a titolo di contributi. Si chiama proprio esonero contributivo in via eccezionale, infatti non è assolutamente una misura strutturale, ma varrà soltanto per il 2022. Questo esonero contributivo una tantum è pari allo 0,8%. Vediamo qualche esempio concreto dell’impatto dell’esonero. Ad esempio un lavoratore con un introito lordo imponibile pari a €20.000 si ritroverà €160 lordi in più. Dunque una piccola cifra se pensata per un intero anno ma un extra che può fare comodo. Questa è una simulazione fatta da PMI.it. Altro esempio. Per uno stipendio lordo di €30.000 l’esonero avrà un valore di €240 all’anno.

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Ma tutto questo non va a cambiare la situazione contributiva del lavoratore.

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Dunque è qualcosa in più che il lavoratore si ritrova a latere del più famoso taglio delle tasse da 8 miliardi.

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